Il grande concerto
La serata memorabile
L'imponente organizzazione pubblicitaria aveva funzionato perfettamente e già qualche settimana prima dell'evento i punti vendita dei biglietti erano stati presi d'assalto determinando il tutto esaurito.
Nel mondo musicale la curiosità e l'impazienza erano incontenibili.
La sera del concerto molte persone senza biglietto si presentano alla cassa chiedendo di poter comunque entrare. A questi ritardatari, in via eccezionale, viene permesso di prender posto direttamente sul podio del solista.
L'ora prevista per l'inizio è ormai scoccata, ma alle 20.15 sul palco regna ancora un insolito fermento. Diversi tecnici stanno sistemando cavi e microfoni, i responsabili del telegiornale controllano la loro postazione, le luci tardano a dare il segnale d'inizio.
Il pubblico incomincia a mormorare, sorpreso per questa inusuale trasgressione alle regole di ordine e puntualità alle quali era per tradizione abituato.
Quando tutto appare sistemato, gli sguardi si rivolgono al fascio di luce che avvolge il grande Bösendorfer. Entra una persona dall'aspetto un po' dimesso che si dirige al proscenio e l'applauso s'interrompe... No, non può essere lui... Infatti si tratta "solamente" del professor Littmann, che informa sulle modalità per inoltrare i temi proposti per le improvvisazioni!
Finalmente silenzio assoluto, l'emozione dell'attesa è insostenibile, ci si aspetta l'entrata dell'ex allievo di Kaspar Rosen, quel ragazzo vissuto diversi anni in solitudine dialogando con il suo pianoforte... Forse un po' impacciato, sicuramente intimidito da questo ambiente raffinato, culla della grande cultura musicale!
Ma l'entrata del solista non corrisponde alle aspettative.
Tra gli applausi scroscianti, con passo elastico e disinvolto Tartarov si dirige verso il grande piano a coda, non sorride, concentratissimo non rivolge neppure uno sguardo alla platea, unicamente ringrazia con un profondo inchino "à la russe".
Mentre lentamente si sfila i guanti candidi, il pubblico lo esamina con curiosità e meraviglia...
Indubbiamente elegantissimo, sebbene leggermente provocatorio nel suo frack dal taglio esclusivo... Mai visto nell'ambiente classico un gilet rosso fuoco dal quale spuntano jabot e merletti... Stranissime le scarpe scollate con le fibbie, le calze rosse...
Ma il momento magico dell'inizio interrompe tutte le frivole considerazioni, Tartarov ha iniziato il suo dialogo con il pianoforte.
Il pianissimo iniziale della sonata di Skrjabin stabilisce immediatamente un'atmosfera da sogno. Il pubblico trattiene il fiato, partecipa a tutte le sfumature dinamiche, completamente coinvolto nel discorso musicale vien trasportato in un mondo quasi irreale...
In netto contrasto il secondo pezzo, "Scarbo" di Ravel, brano di grande virtuosismo, banco di prova per... pianisti temerari.
Anche le Danze di Bartok confermano la considerazione di Kaspar Rosen, secondo la quale... "per Tartarov non esistono problemi tecnici".
Poi il momento cruciale... il primo pezzo mistificato! Tartarov è comunque sicuro del fatto suo... Facendo tesoro della particolarità dell'imponente Bösendorfer Imperial che al registro basso comprende alcuni tasti solitamente assenti nei comuni piani a coda, impetuosamente inizia la Toccata numero due di Prokoviev con un accordo dalla sonorità impressionante. Ciò che segue è una fantasmagorica evoluzione di virtuosismi improvvisati ad hoc con acrobatica bravura... Grande effetto e immensi consensi... Il giorno seguente, l'erudito e temuto relatore del maggior quotidiano di Zurigo riferirà di aver cercato in quattro antologie informazioni su questa toccata, naturalmente... senza averle trovate!
Grande curiosità dopo la pausa per il Rondò di Mozart scoperto nel baule del barone. Curiosità che negli astanti immediatamente si tramuta in ammirato stupore nel riconoscere il tema, a loro particolarmente caro, quello del "Sechseläutemarsch"... Incredibile il fatto che Mozart sia stato attratto proprio dal "loro" simbolo musicale...
E finalmente la tanto attesa Sonata incompiuta di Beethoven, opera della maturità purtroppo non terminata, ma magistralmente ricostruita da Tartarov, scoperta di inestimabile valore da aggiungere alle celebri trentadue, un regalo per il mondo musicale!
Non poteva mancare nel programma dalle molteplici sfacettature una testimonianza di Liszt, il più grande pianista della storia. Tartarov condivide con il pubblico il suo entusiasmo per aver scovato un'inedita, brillantissima versione della celebre fantasia "Les Préludes".
Completamente conquistato, il pubblico non lesina applausi intensi e sinceri, anche per le seguenti improvvisazioni sui temi proposti.
Partecipazione assoluta, entusiasmo incontenibile, ammirazione per l'arte di questo sconosciuto pianista danno vita a un intenso crescendo fino alla conclusione della serata; quando sul podio compare Hannes Keller per rivelare la reale trama della sua iniziativa.
La rivelazione scatena immediatamente un'entusiastica ovazione paragonabile a un fragoroso "boato"!
Per la durata di oltre un quarto d'ora, in piedi, non unicamente applaudendo, bensì anche scalpitando e urlando, il pubblico vuole esternare senza ritegno la grande sorpresa e l'incondizionata approvazione agli artefici dell'esclusivo esperimento.